La nostra epoca è tragicamente attraversata da una serie di cambiamenti climatici che incidono sull’ecosistema così come lo conosciamo oggi.
Una delle conseguenze che nelle ultime settimane è diventata drammaticamente evidente è la siccità. Le scarsissime precipitazioni che hanno colpito il nostro paese negli ultimi mesi hanno talmente ridotto le riserve idriche che adesso dobbiamo fare i conti con una situazione di emergenza.
In campo agricolo, per rispondere alla siccità, la coltivazione idroponica è una delle soluzioni migliori che abbiamo.
Ecco tutto quello che c’è da sapere.
Nel settore agricolo la siccità sta provocando dei danni enormi, tanto che molte regioni hanno chiesto al governo di dichiarare lo stato di crisi.
Si stima che circa il 28% del territorio sia a rischio desertificazione ed è una situazione che attraversa l’intera Italia, da Nord a Sud. Le coltivazioni in campo hanno subito un calo di rese di produzione di circa il 15%: il grano per primo ma anche mais, riso e altri cereali, ortaggi e frutta (gli agrumi sono tra quelli che hanno più necessità di acqua).
La siccità ha conseguenze che toccano anche gli allevamenti: pascoli secchi e mancanza di foraggio stanno mettendo a dura prova anche gli animali, non solo rispetto alla resa di latte ma anche alla loro stessa sopravvivenza.
E la cosa peggiore è che questa situazione sembra destinata a durare a lungo negli anni. Essendo una diretta conseguenza dei cambiamenti climatici, è verosimile pensare che la siccità diventerà una costante. La coltivazione idroponica, in questo contesto, assume un’importanza enorme.
Da diversi anni l’agricoltura idroponica rappresenta la risposta alla sfida posta da siccità e cambiamenti climatici.
Si tratta di un metodo di coltivazione altamente sostenibile, che riduce al minimo il consumo di suolo e soprattutto di acqua.
Vediamo nel dettaglio come funziona.
Questo è uno degli aspetti più interessanti dell’agricoltura idroponica.
Si tratta infatti di un tipo di coltivazione senza suolo o fuori suolo.
Viene impiegato invece un substrato (di solito formato da perlite, sabbia o argilla espansa) irrigato con acqua e sostanze nutritive che fanno crescere le piante.
Questo offre la possibilità di coltivare ovunque, anche dove non ci sono il terreno o le condizioni climatiche giuste per coltivare in modo tradizionale. Inoltre, si può coltivare indoor o outdoor, in orizzontale ma anche in verticale, per risparmiare spazio.
La coltivazione idroponica risponde quindi sì alla siccità ma anche alla riduzione di aree coltivabili sul nostro pianeta, in diminuzione sempre a causa dei cambiamenti climatici.
Già dall’etimologia del nome si intuisce che si tratta di un sistema in grado di sfruttare il potere dell’acqua: idroponica deriva infatti dal greco, in cui hidros significa acqua, e ponos significa lavoro.
Con una coltura idroponica, l’acqua sostituisce il terriccio: è come se le radici delle piante fossero immerse in una soluzione di acqua e nutrienti. Ma il vero risparmio di acqua deriva dai sistemi di irrigazione a goccia, dal recupero dell’acqua piovana e dal riutilizzo del flusso idrico: l’acqua viene infatti raccolta dopo il primo utilizzo e reimmessa in un nuovo ciclo di irrigazione, in modo da ridurre al minimo il consumo di acqua.
Il rapporto in quantità d’acqua è stimato essere 10 per le coltivazioni tradizionali e 1 per la coltivazione idroponica! Si capisce dunque che in tempi di siccità, la coltivazione idroponica è una risposta vincente.
Questo sofisticato sistema permette non solo di risparmiare suolo e acqua ma anche di avere una produzione di frutta, ortaggi ed erbe aromatiche eccellente.
Le piante crescono infatti in un contesto altamente controllato, dove viene evitata sia la presenza dei parassiti che le malattie provenienti dal terreno. Inoltre, grazie al controllo continuo e accurato di tutti i parametri come luce, temperatura, pH e nutrienti, le piante crescono meglio in termini di qualità, quantità e velocità.
Tutto questo riducendo al minimo (o addirittura eliminando) l’uso degli antiparassitari.
In questo articolo abbiamo parlato di quali siano gli ortaggi più adatti alla coltura idroponica.
Artigianfer ha da sempre dedicato molto impegno allo sviluppo e alla progettazione di serre ecosostenibili, tra cui naturalmente anche le serre idroponiche. Ognuno dei nostri progetti è personalizzato nelle dimensioni, nella struttura e negli impianti, ma l’attenzione alla sostenibilità e all’efficienza è sempre massima.
Il nostro lavoro più rilevante nel campo delle serre idroponiche è sicuramente Sfera, la serra idroponica più grande in Italia. Si tratta di una struttura altamente tecnologica: 13 ettari di impianto vicino a Grosseto, dove impianti hi-tech efficienti e innovativi assicurano una produzione costante di ortaggi, risparmiando circa il 90% di acqua rispetto a una coltivazione tradizionale.
Un progetto che sarà il primo di molte altre serre destinate alla coltura idroponica in tutto il mondo.
Dopo aver realizzato Sfera, abbiamo progettato altre soluzioni di diverse dimensioni per rispondere alle esigenze di qualsiasi agricoltore e coltivatore. Possiamo realizzare progetti su misura, partendo dalle soluzioni più piccole da 1000 o 2000 mq fino ad arrivare a serre idroponiche extra-large, anche più grandi di 10.000 mq.
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